Un uomo e una donna, tra loro un albero che offre i suoi frutti. Immediata l’associazione con il Giardino dell’Eden, ma né prima né dopo che Eva prendesse la Mela sfidando il Veto divino e condannando inconsapevolmente il maschile e femminile a mai più incontrarsi senza sofferenza.

“Io moltiplicherò grandemente le tue sofferenze e le tue gravidanze; con doglie partorirai figli: i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito, ed egli dominerà su di te.”

Un “Incontro”, in questo caso, tra il Femminile e il Maschile, in un tempo eterno e infinito, in un Qui ed Ora assoluto, intangibile dal Bene e dal Male. Un trovarsi di fronte all’altro, in cui specchiarsi e contemplarsi, stando nel flusso, dell’energia, dove solo, regnano, rispetto e empatia.

Così l’artista descrive il suo pezzo:

“Come sono poste, una accanto all’altra in un giardino ideale, le due figure potrebbero suggerire un possibile incontro, un punto di equilibrio tra le ragioni del cuore e quelle della mente, in una sorta di contemplazione reciproca.

Attraverso la rappresentazione di una figura maschile ed una femminile vorrei indicare i due aspetti dell’animo ed una ipotizzabile, forse possibile conciliazione ed armonia tra questi due aspetti così lontani tra di loro eppure fondamentali ed imprescindibili. Posti uno accanto all’altra, come in conversazione, vorrei che riuscissero ad esprimere una dimensione di dialogo e rispetto reciproco.”

Con le sue opere Marzia Gandini dà corpo alle proprie emozioni e sempre, il suo lavoro, racconta emozioni, che si tratti di figure o paesaggi, in un interscambio continuo tra il proprio percepire e sentire. Forti ma al tempo stesso impalpabili, tradotte in pittura attraverso il colore, alle volte tenue, alle volte incisivo, laddove l’accento è sugli sguardi o il contatto fisico. Colte invece, nella scultura, attraverso il linguaggio del corpo delle figure.

Come in questo “Incontro” assoluto tra Femminile e Maschile, dove regnano sovrani consapevolezza, rispetto e Amore Incondizionato, sia per l’altro che per se stessi. Amore da intendere come scintilla divina e motore del tutto, perché se per l’Uomo fosse possibile equilibrare e integrare la propria parte femminile con quella maschile regnerebbe sovrano l’Amore Incondizionato: per se stessi, per l’altro.